Gigi ed io, ci conosciamo da quarant’anni. Da quando io, presi a frequentare la compagnia di Via Pajetta a Biella.
In questi quattro decenni, ci sono stati quasi quattro lustri dove, pur risiedendo in una città che non si può certo definire metropoli, non abbiamo più avuto occasione di vederci.
Crescendo, si sa, aumentano impegni e responsabilità. Entrambi occupati con le reciproche professioni. Presi a sviluppare, perseguendoli, gli obbiettivi prefissi. Pur non frequentandoci, in questo lasso di tempo, abbiamo continuato a conservare uno spazio reciproco nel cuore dell’altro. Fatto di apprezzamento, rispetto e stima. I legami nati in adolescenza – quando sani – per loro fisiologia si cementano; senza temere il passare del tempo, anzi.
Gigi, in tutti questi anni si è sempre occupato di Arte, ottenendo premi e riconoscimenti in ambito internazionale: Le sue Opere, come le sue Performances, sono state apprezzate ben oltre i confini nazionali.
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Frattanto, io svolgevo la libera professione: occupandomi di prodotti per edilizia. Questo, sino al 2008. Verso la fine del medesimo anno, fui cercato da una ditta, la quale, mi assunse come figura “quadro”. Terminata questa collaborazione – grazie ad un’esperienza negativa maturata all’interno di questa società – mi sono soffermato a riflettere se continuare a svolgere il tipo di lavoro che avevo fatto sino a quel momento; o cambiare completamente. L’esperienza di cui sopra, con l’assunzione come quadro ed il relativo evolversi del tutto: innescarono in me un mood sulla parola quadro. Ergo, conclusi che avrei dato libero arbitrio alla mia essenza e l’avrei lasciata esprimersi in toto.
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Nel 2011, parto per un “viaggio di ricerca” in Usa. Con il piacere di re-incontrare un vecchio amico, Andrea. Anche lui di origini biellesi. Facendo base a casa di quest’ultimo, in Giorgia, visito altri cinque stati; spingendomi sino al Gran Canyon.
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Dentro di me si stava materializzando l’idea che avevo partorito – mesi prima – grazie e dopo una notte insonne. Attivandomi, ho steso un progetto di quanto mi circolava in testa. Promettendomi che da lì in poi, mi sarei occupato di ciò che amo e avevo sempre amato, sin da bambino: Arte. Ho registrato: logo, marchio ed idea per avviare il progetto. Ora, mi dissi che sì avevo un contenitore ma, era privo di “contenuti”. Vuoto di quegli Artisti che desideravo selezionare. Dando loro la possibilità di avere ulteriore visibilità – gratuita – in rete, oltre quella di cui già godevano.
Mi diedi da fare.
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Il primo screening mentale, su quali Artisti contattare, comprendeva immediatamente Gigi. Artista, biellese, amico di talento; mi dissi perché no?
Ma tra i reciproci impegni e i soggiorni – a volte parecchio lunghi (parlo per me) – all’estero, ci volle il lasso di tempo che separa un’olimpiade, da quando diedi forma al mio progetto, prima di poterci incontrare nuovamente.
Finalmente, nel 2015, inizia la nostra collaborazione. Mi trovavo negli States, mentre la nostra corrispondenza si infittiva per affinare il tutto.
Il 26 novembre di quell’anno, Gigi Piana: il mio amico d’infanzia, l’Artista biellese riconosciuto a livello internazionale – insomma – il ragazzo con cui mi ero perso di vista: potevo annoverarlo nella rosa dei “miei” Artisti.
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Questo excursus per arrivare a dire che, l’Artista che “ho ritrovato” nel 2015, oggi (intendo qualche giorno fa; giugno 2022) mi ha deliziato con un dono creato da Lui.
Uno di quei regali che, quando lo ricevi, capti subito che è fatto da mani che ci mettono cuore nel creare. Ciò, va sottolineato. Vista la crescente schiera di pittoreschi marchettari che pullula, permeando il variopinto mondo artistico.
Appena visto, mi è entrato a livello viscerale. Pur vero che uno può anche asserire: “…facile esprimersi così: sei tu il soggetto di quest’Opera!”. Dissento. Il tutto, va visto con un’altra ottica. Con visuale differente, appunto. Questo presente che Gigi mi ha fatto, mi ha letteralmente procurato un immediato sussulto tra bocca dello stomaco, pericardio e miocardio. Stringendomi la gola.
Rivedere se stesso “completo”, dopo una mutilazione – liberi di credermi o meno – è tanto. Forse “troppo”.
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Grazie Gigi. Grazie per aver tenuto fede, sempre, agli impegni presi con me. Grazie per aver dimostrato – senza chiacchere – l’uomo di parola che sei. Ed ancora, grazie per il magnifico gesto che hai espresso nei miei confronti: con questo Tuo regalo. Ogni giorno, ora che ce l’ho sotto “agli occhi”, mi pare di rivedere la persona “completa” che fui. Che ero.
Con affetto ed immutata stima.
Pollone, 9 giugno 2022
Roberto Dorigo