Cosa vedo in treno

È così semplice cadere in tentazione.
Esempio.
Sono le 12.05 del 18 febbraio 2009, sono in treno da Torino a Santhià e, la bella signora che si è seduta dinnanzi a me, cerca di attrarre la mia parte maschia, offrendomi un ampio, per così dire,
scorcio delle sue belle e toniche cosce che, non perde occasione di muovere.
Ora, dico io, ma se di buon gusto bisogna nutrirsi, prescindendo dai miei personali canoni del rispetto, perché mai questa presunta, si perché è proprio il caso di apostrofarla così, signora deve darmi un così ampio spazio in quelle che sono le sue parti intime?!
Un tailleur di tale fattura è giusto che custodisca della così bella ma, soprattutto, raffinata biancheria
intima. Però ho detto custodisca appunto.
Il vero è che, meno guardo il suo gioco amicante, più ella cerca di attrarmi con lusinghe di sguardo,
abbozzando un sorriso che, più che tale, assume la forma di una smorfia, apparendo un chiaro invito a banchettare a base di sesso.
Ovvio che ciò non mi sconvolge, assolutamente, al limite mi infastidisce in quanto, essendo occupato; vorrei che il gentil sesso, vedesse questo nel mio volto.
Anziché un ragazzaccio da sedurre e basta!

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©
h. 12.18

p.s. il bordo delle calze in questione, è qualcosa di diabolicamente divino.