” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti. Trittico pittorico, di Loredana Raciti. 

 Mostra Collettiva “APOLIDI/ Identità non disperse”, Direzione Artistica  a cura di Antonietta Campilongo.
Museo Palazzo Merulana, inaugurazione 20 novembre 2019

L’opera “Madre Trinità” nasce laica, fuori dal tempio, nell’incognito…per poi trasformarsi, lentamente, in una tavola liturgica in cui la liturgia stessa è data da un vero e proprio processo universale di attraversamento e passaggio dall’oscurità ermetica…dalla realtà edonistica, alla consapevolezza lucente della bellezza misterica legata alle origini della storia del mondo.  ( Annarita Borrelli ) 

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

" MADRE TRINITA' " Loredana Raciti
M.T.

                                                                      

MADRE TRINITA’ 

“Madre Trinità” è opera potente e complessa, suggestiva per dimensioni, eleganza, e per la raffinatezza composita del tratto e del  colore.  Un affresco contemporaneo  in cui la perfezione calligrafica é espressione di un lavoro lirico e feroce,  in una visione universale, profetica e sacerdotale. Siamo in presenza di un  trittico – m 2. 40 x m.2.40, pannello centrale sbalzato in avanti – dalla prospettiva inconsueta: una lettura che non parte dal centro, ma che ha una ascesa da sinistra passando per il centro e verso destra. L’opera  è difatti  una veggenza,  l’ineluttabilita’ di un atto necessario, a purificazione dall’ombra e dal male di una umanità insensata e tragica, portata  a comportamenti  dominanti e distruttivi.

“…è il momento disperato in cui si scopre che quest’impero che ci era sembrato la somma di tutte le meraviglie è uno sfacelo senza fine né forma, che la sua corruzione è troppo incancrenita perché il nostro scettro possa mettervi riparo, che il trionfo sui sovrani avversari ci ha fatto eredi della loro lunga rovina.”
“Le Città invisibili”, Incipit  –  Italo Calvino

 

 La scelta di lavorare a un trittico non é casuale. Il trittico è una struttura formale ereditata dal passato, rappresentativa in particolare dell’arte sacra destinata agli altari delle chiese dal medioevo in poi, e che ben si presta a servire una rappresentazione di grande respiro. Il tema è alto, drammatico, come il canto di un coro attico nell’imminenza del compimento del sacrificio. Se fin dall’antichità l’essere umano ha cercato il senso della sua esistenza e sofferenza, dando vita alle varie filosofie, cosmologie e religioni, la visione di Loredana Raciti  è sciamanica, magico-psichica,  evoca archetipi di fecondità, elementi  maschili e femminili,  in una dimensione di ritorno allo stato primordiale, mitico. Lo sciamano risveglia la grande Madre, la prima autentica trinità della storia religiosa dell’uomo, l’unica che riunisce in una sola persona divina tre diverse manifestazioni divine: l’impubere, la donna feconda,l’anziana.  Un dio detto unico, El, non fu solo; in un tempo remoto una sposa gli sedeva accanto e insieme formavano una coppia divina. Era Asherah, divinità femminile della  fecondità. Di lei poi furono cancellate le tracce , quando, caduto il tempio della città sacra, morti  tutti gli dei, uno solo sopravvisse, temibile, temuto e lontano, e  la verità fu nascosta, e col tempo fu detta essere il falso. L’invenzione del monoteismo cancellò così la sposa del Dio degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani, il principio ctonio femminile, la Via.  Un dio detto fonte di vita e ricompensa per sé e per la propria discendenza, fu contrapposto a un non-dio detto di morte e castigo.  E in questo modello il dolore  diventò  salvifico. Quello che era il piacere tragico della conoscenza (ri-conoscersi nel racconto dell’altro) nella tragedia greca, diventava ora il piacere della sofferenza-ricompensa. 

 

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M.T.

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

Il figlio del Dio non salva con l’insegnamento, ma con la morte per martirio nel  volere del padre. Nel suo sacrificio, questo figlio viene reso perfetto al disegno, rendendo perfetti  al disegno tutti i credenti in lui. Fare una nuova religione. Fu questo il disegno. E  come si crea l’infelicità di un essere umano? infliggendo l’infelicità di generazione in generazione, sacrificando i figli ai padri. L’umanità, erede di feroci crimini, ha bisogno oggi di parole nuove,  per rompere un destino di sofferenza che si ripete e si tramanda. Una  storia fatta di dolore, persecuzioni, esodi, migrazioni. “Madre Trinità” racchiude verità che sfuggono inizialmente alla nostra comprensione, ma l’intento dell’Artista è aprire a un nuovo ascolto, rendersi portatrice di immagini nuove, di nuove metafore, capaci di rimuovere il senso comune e le narrazioni accettate e istituzionalizzate all’interno della società. Jung  definisce questa vocazione “santità dell’artista”, come separatezza,  capacità di vedere meglio ciò che i suoi contemporanei non vedono. Un richiamo alle leggi del mondo naturale, in questo caso, contro l’ordine costruito e imposto dall’uomo che con arroganza ha creduto di essere il dominatore del pianeta. Una visione non più antropocentrica, ma olistica. Non un pensiero nuovo, ma un fiume che  risale alla sorgiva.  Un realismo magico e mitico pervade l’opera,  luogo ricco di simbologie, in una atmosfera metafisica. Nella scena,  Asherah  é l’Albero Consacrato, l’albero della vita, grembo universale, colei che insegnò la cultura del dono, le leggi dell’armonia, e quelle della morte-trasformazione.  In alto un raggiante pianeta dalla pelle lunare, come una santissima regalità  sacramentale, diffonde la sua trasparenza gravida  e senza colpa, prima di divenire al mondo .  Al centro domina il Vulcano, la montagna sacra – tutti i popoli hanno una montagna sacra – l’Olimpo, la “Piramide”, punto di incontro fra le due dimensioni, quella terrena e quella celeste, fra il piano verticale e quello orizzontale.  il Vulcano é sede delle 12 divinità che dall’alto canalizzano sulla terra le energie spirituali.  Le 12 divinità dell’Olimpo-Vulcano  sono le sole che riescono a vedere oltre le nuvole e sanno,  e vedono avvicinarsi l’apocalisse che è distruzione in funzione del disvelamento-rivelazione.  

 

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M.T.

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

Nella bocca del Vulcano affiora sangue rubino e divino,  prezioso sangue cosmico che si trasforma in oro. Adagiata sulla sommità, l’ Arca dell’Alleanza Universale   splende di oro filosofico e radiante, nel segno  del segreto e della rivelazione;  la forma di falce lunare, come barca, traghettamento di rinascita, o feretro; la vita primigenia non distingue. Di oro risplendono i fianchi della montagna. Su un fianco, una concatenazione ascendente di simboli, antico genoma di  offerte   sacrifici   preghiere, si staglia come ponte sospeso sulla vertigine, a rappresentare che nulla sulla terra si è creato senza un rischio, una perdita o un sacrificio. L’umanità é feto e non sa, é segno pittorico  minimo, e sull’albero della vita produce la sua esistenza, nel possesso, nel dominio e nell’ignoranza, generando, divorando come Crono,  i  propri figli. Figli segnati dal lutto: cigni neri.  Non sa, l’umanità, che le creature sono unità di coscienza e riflesso olografico dell’Uno infinito. E’ Il Totem in lontananza  la chiave di tutto. Il Totem è la morte,  fertile dei suoi simboli  in trasparente luminescenza  aurorale. La morte è la libertà, la bellezza di lasciare il corpo, il ritorno all’Arché, ente supremo dell’eterno. Questo insegnano tutti i dipinti. La morte invece è stata da sempre usata  come controllo e minaccia per indebolire i popoli, quando  invece é il vero potere. Emerge così , dalla divinazione dei 22 arcani misteri della conoscenza, l’arcano mistero non svelato.
Loredana Raciti, rivela con ferocia, ma senza morale. Un candore nudo e spietato, che dal tratto, apparentemente  infantile,  non palesemente traspare. E’ in lei, in arte, una sintesi estrema del linguaggio ad argine di una dirompente carnalità esistenziale, e quel che può apparire la fiaba, come labirinto, nasconde la crudele realtà. La fiaba, erede del mito, è un archetipo del subconscio collettivo, un medium, capace di tradurre in maniera semplice  idee complesse. 

 

" MADRE TRINITA' " Loredana Raciti
M.T.

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

L’arte di Loredana  Raciti infatti è generata da rigore e ricerca estrema,  ricca di allusioni  filosofiche, letterarie,  mitologiche , mai decorativa. ” Madre Trinità” conosce una genesi di due anni, un processo lungo e struggente, un lungo lento lavoro di elaborazione che ha richiesto pause, distanze, riflessioni. E’ stata opera in evoluzione, in osmosi col suo creatore, un corpo a corpo, nelle fasi conclusive una sfida in cui é stato necessario frenare l’impeto, dominare la mano, svuotarsi del proprio carattere e della propria struttura.
 La tecnica, mista, acquerello quasi a secco e pigmenti, ha richiesto rigore esecutivo e puntuale precisione analitica, un isolamento monastico,  disciplina. Il creatore perduto dentro la sua follia, e l’opera, il suo sudario. L’acquerello, tecnica antichissima, è uno strumento filosofico, una disciplina che non perdona gli errori e non permette correzioni, richiede una esecuzione rapida e non ammette ripensamenti. Non può l’artista non entrare in una dimensione sacra, filosofica ed alchemica. Unito ai pigmenti diventa un meraviglioso affresco con delicati effetti di trasparenza. In “Madre Trinità”, le numerose velature creano inconsistenze aeree impalpabili e rarefatte, un paesaggio dal diffuso tonalismo, con lontananze che scolorano nei toni tenui dell’indaco , dell’azzurro e del grigio e ogni cosa sfuma delicatamente in varie intensità di luce e di dissolvenza portando alla mente i rinascimentali paesaggi di lontananze, e tutto si espande in spazi senza tempo, nella religiosa dimensione del silenzio. Una comprensione diversa, consapevole, colta, reale. Un imperativo. Per un tempo  che volge al termine,  necessario ora realizzare
 una nuova nascita umana. “Madre Trinità” é una nuova mitologia, é  purificazione dal quel profondo inconsapevole desiderio di autodistruzione, che è un dolore inflitto colpevolmente dall’umanità a se stessa nel tempo in cui l’irrealtà ha finito per uccidere la bellezza del Vero. E’  voce di colui che grida nel deserto. L’annuncio di un’apocalisse. Forse, redenzione.
                                                                                                                              Domenica Giaco 

 

” MADRE TRINITA’ ” Loredana Raciti

 

La danza e la gestualità accompagneranno la presentazione dell’opera, grazie all’intervento di Marialuisa  Sales, maestra di danza classica indiana, che con le sue divine movenze  farà da interprete oracolare, e grazie alla partecipazione della piccola Ikhlas Ayah Masonicic nel ruolo di commovente, ferito cigno nero a cui si sono  recise le ali. Per i costumi , la valorialità di Isabella Sensini. 
                                                                                                                                                                                                                                    D. G.

 

" MADRE TRINITA' " Loredana Raciti
Apolidi

 

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