“REVISIONISMO VINTAGE” : UN’INIZIATIVA E UN LABORATORIO DI IDEE E DI ARTE APPLICATA
Quando Revisionismo significa innovazione, cambiamento, modernità, sguardo al futuro, e non soltanto (benchè preziosi) recupero o restauro o mero rifacimento. Che cosa può esserci di più straordinario, oggi, in un momento di crisi drammatica sul piano economico, sociale, politico e culturale nel nostro Paese, per un giovane artista come Paolo Maser, formatosi tanto alla scuola del nonno Attilio (“già medaglia al merito alla Scuola d’ Arte e Mestieri di Treviso nel 1923”, sino a diventare “maestro di pittura”, affreschista con interventi di restauro in diverse chiese e ville liberty nel Biellese e fuori dal Piemonte); quanto a quella del padre Carlo, “pittore per passione” (autore di opere importanti apprezzate in Italia e all’ estero, premiato più volte, sino all’ ultimo “Concorso Delleani”, svoltosi al museo del territorio di Biella)
Revisionismo Vintage.
Ma che cos’ è – abbiamo chiesto al giovane Maser – questo “RV revisionismo Vintage XX secolo” ? Ecco la sua risposta all’ incontro avuto in un laboratorio sistemato nel garage dell’abitazione a Pavignano: “Revisionismo, perchè rivisitare e reinterpretare con sentimento contemporaneo la produzione artigianale e di design del XX secolo, periodo nel quale sono nato e cresciuto, mi pare una scelta oculata; Vintage, perchè, appunto, ci sono cose vecchie che non vogliono morire o essere abbandonate in quanto hanno fatto storia”, che, anche solo per questo, meritano di essere valorizzate.
Secondo Paolo Maser, dunque (che, non dimentichiamo, oltre all’educazione artistica e professionale ricevuta dal nonno e dal padre, c’è pure il mondo della scuola nel 1992 si è diplomato geometra all’Istituto “Vaglio Rubens” di Biella, e nel 1994 ha ottenuto la specializzazione post diploma di Arredamento moderno e Antiquariato presso l’Accademia delle Arti Applicate di Milano), “l’ arte di “RV” può dare nuova vita a questi arredi”, illuminandoli, abbellendoli “con la magia del colore” e, quindi, “personalizzandoli sino a renderli unici”. “se è vero com’ è vero che il tempo migliora la qualità di questi prodotti artigianali – aggiunge – perchè trascurarli ?”
Un “ mondo altro”. Ci guardiamo intorno e abbiamo la sensazione di muoverci in una sorta di “mondo altro” : mobili e mobiletti di ogni genere (tavoli, porte, poltrone, armadi, cassapanche, sedie, letti, ecc.) che sembrano ispirarsi all’ “Art Decò”, da un lato, ma più ancora all’“Arte Pop” americana. Infatti, vengono subito alla mente opere come quelle degli statunitensi Jasper Johns, Petter Blake, Roy Lichtenstein, Oldemburg, Wesselman, tanto per citarne alcuni e non parlare sempre di Andy Warol.
Domanda: ma tutte queste cose sono ancora artigianato o sono anche (o sono già) arte ? C’è una sola risposta per Paolo Maser: “Sono l’ una e l’ altro termine fusi insieme, dove l’arte esercita un ruolo egemonico sull’ artigianato”.
Il bisogno e l’ ingegno.
Ecco un modo per combattere la crisi che investe anche il mondo della creatività: cercare nuove idee, inventare nuove attività, magari – come fa Maser – tentando di fondere arte e artigianato, gioco e professionalità, antiquariato e modernità, passato e presente, il tutto animato da un pizzico di giocosa ironia. Questo per sottolineare un aspetto non del tutto negativo del nostro tempo, espresso in forma lapidaria dal proverbio popolare : “La necessità aguzza l’ingenio”.
Straordinario per semplicità e significato il mobile “Charlie” (Chaplin, per i non più giovani); “probabilmente – chiarisce Paolo Maser con modestia – l’opera più significativa della mia arte, perchè rappresenta il sogno fatto con il cuore. A mio avviso c’è molta più saggezza in Charlot, che in tante filosofie intellettuali. “Charlie”, che vuole fare bene e del bene, se ne va acciaccato perchè ha preso la solita batosta, ma sappiamo tutti che, nonostante l’ ennesima sventura, resterà un buono e non smetterà di sorridere e di far ridere”. Ed ecco ora la sua immagine di spalle fissata all’anta di un mobile rigenerato. Alcuni di questi suoi lavori sono esposti in due negozi di Torino: “Container” di via del Carmine 11, e “Maison 25” di via Accademia Albertina 25.