Gabriella Cinti | “Marche il dono dell’infinito” | “Otto poeti per l’infinito” |

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Il giorno 7 settembre 2024, nella suggestiva cornice della Casa-Museo Gaspare Spontini a Maiolati Spontini, all’interno del grandioso progetto: ”Marche. Il dono dell’infinito” si è tenuto l’evento di “Otto poeti per l’infinito”, dedicato a Leopardi e al paesaggio marchigiano in cui Gabriella Cinti ha esposto un testo critico sul valore della sonorità e dei luoghi recanatesi in Giacomo Leopardi e ha letto una poesia dedicata a Leopardi e a Recanati.

https://www.qdmnotizie.it/vallesina-amore-allinfinito-linfinita-bellezza-dei-nostri-borghi

https://www.ilroma.net/news/curiosita/841068/successo-straordinario-per-il-progetto-amore-allinfinito.html

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CANTO DIURNO A RECANATI

A GIACOMO LEOPARDI.

La avresti amata,

questa mattutina neofanìa:

l’ultima pralina tecnologica,

il gigante di Memoria,

prodigiosa per salti di fotoni.

Anche la mia biosfera pullula

di rimbalzi corruschi e condensazioni,

tra nuvole di verità parallele,

le fratture ricongiunte negli scarti

del possibile, specchi tridimensionali

del tempo, ricomposti

negli occhi che ricordano.

Discepola del tuo Sogno,

fuori dall’oggi, mi dilaga

il silenzio del futuro,

lo schermo bianco dell’espressione

non detta ancora, il sorriso,

maschera immaginata di luce.

Dopo, e all’indietro, fuori da noi,

stereoscopico, il divenire si gemma

dalla prima parola mammifera,

lallazione di primate,

per curare lo strappo,

ossicini di pensiero,

poi canto e ossessioni adulte

in parvenza di ragione,

la Tua indicibile Poesia.

                                   – II –

Cresciuti, si colleziona come te,

Giacomo mio,

insaziabilità di cielo,

avidi di infinito in moto

dal tuo sguardo obliquo,

i tuoi interrogativi assidui dell’oltre,

direzione diagonale del sublime,

malati ancora di separatezza,

orfani di eterno: la trascendenza,

assillo di relitti viventi

in continua deriva d’altrove.

Precipita la traiettoria

dell’illuso conoscere, scivola

in queste improvvise pendenze di strade,

come il compromesso incerto con l’assoluto:

il tuo infinitare il minuscolo

flusso di cangiante Differenza

e nulla guarisce la caduta, lo sai,

solo fiocchi insperati di sogno, colore

e materia bionda di luce marchigiana

a restituirci il volto domestico di un Dio.

Strana eternità di un pomeriggio di settembre,

insediata fuori dal tempo chiuso:

il sistema del dolore si smaglia,

i desideri – stormi di R.E.M. in volo –

dai vicoli del Borgo.

Se il riso canoro dei tuoi uccelli, qui,

lo stesso garrire, riecheggia da allora,

si fa pioggia multiforme di luce,

aperta nella voce;

a Recanati, le cellule del tuo canto

nei grani d’aria, piume

domestiche d’infinito,

satelliti tuoi di poesia,

ogni mio respiro del tuo raggio.

Da La lingua del sorriso. Poema da viaggio, di Gabriella Cinti (con il saggio critico introduttivo di Francesco Solitario), Prometheus edizioni, Milano, 2020.