LORENZO PUGLISI
Storia
Lorenzo Puglisi (Biella, 1971) vive e lavora a Bologna.
E’ autore di una ricerca pittorica caratterizzata dall’utilizzo diffuso del nero per creare uno sfondo di buio assoluto: da qui sprigionano fiotti di luce capaci di definire volumi, volti, parti del corpo, come delle presenze catturate in un’espressione o in un gesto, in un percorso verso l’essenzialità della rappresentazione e denso di rimandi alla storia della pittura. Negli ultimi anni la sua ricerca artistica si è concentrata su grandi tele riferite ad opere del passato e filtrate dalla sua iconografia, a cominciare dalla mostra Paintings curata da Mark Gisbourne alla galleria Sobering di Parigi nel 2016.
Numerose le mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra questi, il MUDEC di Milano, il CAC La Traverse a Parigi, Il Pio Monte della Misericordia di Napoli, il Kulhaus di Berlino, l’ Historical Museum a Brema, Il Museo Riso a Palermo, la Cripta della Chiesa di King’s Cross St. Pancras a Londra, Villa Bardini a Firenze, The Historical Museum di Brema, la Sagrestia del Bramante a Milano, la Moore House di Norman Foster a Londra.
Nel 2019 una monografia sul suo lavoro è stata da Hatje Cantz (Berlino). Il libro comprende i lavori più emblematici della carriera dell’artista, con una sezione dedicata a Il Grande Sacrificio, la mostra tenuta in Santa Maria delle Grazie a Milano per commemorare il 500esimo anniversario della morte di Leonardo Da Vinci. Nello stesso anno il direttore degli Uffizi dr. Eike Schmidt gli ha commissionato un autoritratto per la collezione delle Gallerie degli Uffizi.
Nel 2020 ha inaugurato una mostra nella Basilica di S.Spirito a Firenze con un suo dipinto, Crucifixion, di fronte alla scultura lignea di Michelangelo.
Nel 2021 ha tenuto una esibizione dei suoi lavori al Museo Nazionale della Lettonia a Riga, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi di Firenze.
La pittura e il suo fantasma
Vi è una pittura dolorosa che si riflette nella tensione delle forme con una sorta di spasmo che contrae il colore e che fa scomporre la pennellata o in una matericità sedimentata oppure in una deformazione magmatica.
Un universo di sentimenti e di riflessioni si attualizza in una sorta di iperbole dell’esistere, in una concentrazione di vita dolorosa e insopportabile.
Quasi che ogni particella elementare di pittura diventasse pesante come un sasso, densa come la pece. Lorenzo Puglisi pur essendo molto giovane, pratica una forma d’espressione classica, possiamo dire adulta. Non solo predilige, tra i generi pittorici, il ritratto, ma soprattutto si confronta proprio con i “generi”, cioè con quelle forme cristallizzate da secoli e da reiterati insegnamenti che hanno apportato dei criteri di realizzazione, chiamati canoni.
Ma in Puglisi non è importante uscire dal solco della tradizione, negandola.
E’ importante invece affermare l’unicità dell’io.
DNheArt©: Artisti – Lorenzo Puglisi
A lui si può attribuire la formula del filosofo inglese G. Berkeley per cui “Esse est percipi”.
Il senso dei suoi ritratti, duri, spesso disadorni, al limite della consunzione, è un principio di esistenza che non può essere negato. E questo principio di esistenza consiste proprio nell’essere percepito.
La pittura e il suo fantasma, cioè la realtà, vanno allora visti non con gli occhi di una verità assoluta, ma con quelli di una reciproca attestazione ontologica.
La pittura è la chiave di questo rapporto perché rivela l’inesprimibile, esprime il non rivelato, rivela la trama del mondo che scivola sotto le apparenze.
Lorenzo Puglisi ha questa capacità di guardare sotto il velo di Maya, ma non compie l’errore di rivelarne la verità. Sa che la pittura è finzione, cioè propedeutica ad un mondo incontaminato e personale.
E’ la luce che dà esistenza, mentre la verità ammantandosi di metafisica si situa sempre al di là.
Lorenzo Puglisi copre proprio nell’uomo la fisicità della Terra, di ciò che oscuro e pesante trattiene l’anima alla sua gravità, secondo la filosofia di Martin Heidegger.
E il suo è un metodo, questo l’aspetto più interessante, perché non tenta di intrattenere con le persone ritratte dei rapporti affettivi stretti e parentelari.
E’ piuttosto il suo modo di guardare il mondo che gli consente di dare esistenza ad un popolo di figure enigmatiche e profonde.
l giovane artista è dotato di rara introspezione e cerca nei volti quella solitudine della forma che tutta la grande pittura ha sempre inseguito.
Gli occhi, come in Francis Bacon, non hanno più la funzione di “finestra dell’anima” che potevano avere nella ritrattistica classica almeno fino al Novecento.
Spesso sono occhi che non guardano, forse perché “sono guardati” e quindi rispettano una passività della relazione.
Oppure in alcuni casi sono assolutamente ciechi: sono vuoti che non verranno riempiti se non da quanto essi non rivelano. Sono uno dei tanti elementi che caratterizzano un volto, ma la percezione è totale, una sorta di somma di tutte le parti senza alcuna gerarchia.
E ciò che viene restituito è un’esistenza, Lorenzo Puglisi compie un viaggio dentro la persona che ha un ritorno nella pittura, che sfugge alle insidie del fantasma per approdare solo e soltanto ai valori della pittura.
Un altro aspetto significante di questi lavori è la scelta di portare la rappresentazione in una sfera non realistica, e il realismo è l’estrema ratio di un’arte afona, senza aspirazioni al silenzio metafisico.
Questo invece è presente in Puglisi perché i volti raramente sono sorretti da un corpo, sempre meno evidente e importante, sono cioè i protagonisti assoluti di un percorso che conduce oltre la tela e oltre lo sguardo. Gli stessi colori hanno una matericità fossile. Appaiono evaporati e inerti. Sono fioccosi e palpabili come pensieri impropri.
Si comprende come l’artista dia uno spessore plastico alla sua pittura, che non solo il realismo gli è lontano, ma anche il naturalismo.
DNheArt©: Artisti – Lorenzo Puglisi
Un ultimo tema da affrontare è quello relativo alla distanza. Ogni artista ha una sua distanza dai soggetti, soprattutto quando si ha a che fare con un’arte figurativa. Lorenzo Puglisi non usa la pittura per colmare questa distanza, ma in un certo senso ne dà contezza e misura. Non solo le persone ritratte non ricevono alcuna menzione nel titolo, ma diventano esistenti in quanto opere d’arte.
Tutti i ritratti recano semplicemente un numero classificatorio, un’etichetta che non vuole memorizzare un evento, una data, un incontro. Si tratta solo di un segno mnemotecnico, che aumenta l’enigma della pittura e segna la distanza, la percezione di uno spazio da superare, non di un vuoto.
E in questo, pittura giovane, ma non nuova, complessa e di grande riflessività, sa raggiungere dei risultati importanti: vi è sufficiente materia per altri percorsi, per altri ri/conoscimenti, per altri quadri. Forse è questo il merito dell’artista, che non si presuppone altro da sé e popola il suo mondo con una galleria di ritratti affascinanti e solenni, a cui solo la pittura sa dare vita.
Valerio Dehò
“La pittura di Lorenzo Puglisi è centrata sul ritratto:oli materici si organizzano sulla tela come una sciabolata, il gesto libera o cela una misteriosa presenza.
Figure che trasudano stati d’animo.
Qualità e intelligenza pittorica tentano di contenere immense energie racchiuse nel profondo dell’uomo. L’artista affronta la grande lezione che da Caravaggio a Bacon e Freud manifesta attraverso la pittura la criticità dell’Essere umano.”Bruno Grossetti
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ArsKey Magazine | Articolo
LORENZO PUGLISI – PRESENZE,
GALLERIA GROSSETTI ARTE CONTEMPORANEA
Autore: Aurora Tamigio
Data: 11.11.2011
“Dopo il successo di ARTVERONA 2011, conclusosi il 27 ottobre, alla Galleria Grossetti, presenze espositive, Lorenzo Puglisi, la galleria a Milano dal 21 luglio di quest’anno. Per concludere la mostra, Bruno Grossetti voluto invitare pubblico e critica per celebrare il 40 ° anniversario dell’artista biellese al finissage Lorenzo Puglisi, nato nel 1971, ha davvero qualcosa da festeggiare:. il risultato dell’eccellente mostra Grossetti e di critica raggiunto dai sei dipinti in mostra a Verona, l”anno del suo quarto decennio ha riservato grandi soddisfazioni Dal 2002 la storia mostra di Puglisi -. dopo anni di formazione in Europa, tra cui Copenhagen, Amsterdam e Londra – passa per il gruppo showse personali in Italia e all ‘estero.
Attraverso il suo lavoro, Lorenzo Puglisi mostra una conoscenza approfondita della storia dell’arte, che si manifesta nei suoi quadri a citazioni e gli echi della grande ritrattistica, con una particolare predilezione per i Fauves esperienza di maestro Francis Bacon. La pennellata duro Puglisi, a fronte di Bruno Grossetti un “sabre”, e l’espressività dei suoi personaggi, delineati con pochi tratti essenziali, rivela uno studio ritrattistica che è nel modello baconiana un grande precedente.
Nei ritratti di personaggi volti dipinti di Lorenzo Puglisi emergere dalla tela attraverso l’uso della tecnica ad olio, che rivela una pittura forte in terra calda o in quelli grigio ghiaccio. Se necessario, il grigio bicolore o marrone è interrotta dalle lacrime, rosso amaranto o collare vesti bianchissime; tutto rigorosamente accompagnato da uno sfondo nero, degna dei maestri del XVII secolo. Bacone non solo allora, ma anche Rembrandt e la lezione fiamminga, ha imparato dall’artista durante il suo soggiorno in Olanda. Nel volti e corpi evanescenti ritratti di Lorenzo Puglisi deformi, vede l’ansia esistenziale, che non ha precedenti nella memoria solo in quei grandi maestri del secolo scorso, che ha ispirato l’arte del giovane artista e Piemonte che hanno sancito il suo successo a mostre recenti nel recentemente completato e presenze.
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